Lo spettacolo teatrale nasce da una fusione tra La Locandiera scritta da Carlo Goldoni nel 1750 e il Don Giovanni di Molière rappresentata per la prima volta nel 1665, per mettere in scena un personaggio decisamente moderno e attuale: Mirandolina, donna dalle mille sfaccettature, ricca di sfumature, imprendibile. Intelligente, scaltra, ironica, libera, indipendente, con un grande potere seduttivo, la sua personalità si confonde con quella di un personaggio altrettanto famoso, il Don Giovanni, che conquista senza amore, con freddezza, con una strategia ben precisa, che ama la trasgressione e il piacere, affermando così il gusto estetico del vivere, superando in tal modo la visione goldoniana che conclude il personaggio di Mirandolina in un senso evidentemente etico.
Questa “Locandiera” vuole invece tradurre e di conseguenza tradire il personaggio convenzionalmente definito; va in scena una donna dal profilo fortemente inafferrabile ma che si distanzia dall’aspetto tragico del Don Giovanni mozartiano, esaltando invece quelle prerogative ludiche, vitali, istintive e della spietata seduzione che diventano tipiche di un carattere senza dubbio femminile.